Camilla:“Differenze… che tema difficile questo mese!”.
Serena: “Ovvia su… è un tema vasto, quante finestre mi si aprono!”.
Camilla: “Lo sai qual è la prima cosa che mi è venuta in mente pensando alla diversità? Una frase che ho sentito dire tante volte: per i miei figli non faccio differenza!”.
Serena: “Eh sì, è una frase che le mamme dicono spesso. Lo dicono credendoci davvero ed hanno anche un po’ di ragione. Ogni mamma ama i suoi figli con la stessa intensità. Perché, su questo non ho dubbi, con la nascita di ogni figlio l’amore e la capacità stessa di amare si moltiplicano!”.
Camilla: “Già, ma ogni figlio è diverso. Le diversità sono davvero tante: è diverso il momento in cui nascono e questo, a cascata, porta con sé tantissime altre differenze”.
Serena: “Hai ragione. La prima differenza sta nella crescita, nell’evoluzione che ogni coppia di genitori fa tra un figlio e l’altro. C’è un abisso fra la stessa coppia di genitori al primo, al secondo, al terzo figlio. Il momento in cui sono stati concepiti è diverso e anche la storia della gravidanza, del parto, etc”.
Camilla: “Ad ogni figlio i genitori sono diversi, diversi a livello di consapevolezza, di capacità di leggere i segnali, di scegliere, di prendere decisioni, di prevedere e di gestire l’imprevisto. Anche i genitori crescono, cambiano, maturano. Questa diversità si ripercuote anche sul modo di essere dei figli”.
Serena: “È proprio quello che intendevo! L’ambiente familiare influenza i nostri bambini. Il figlio maggiore, se da una parte risente dell’inesperienza dei genitori, dall’altra ha potuto godere, per un periodo più o meno lungo, dell’essere “l’unico”, il primo. Il secondo gode della consapevolezza dei genitori e della presenza di un altro bambino in famiglia, con cui può condividere giochi e liti, ma impara fin da subito che la mamma e il babbo devono rispondere ai bisogni di entrambi i fratelli”.
Camilla: “E poi non ci dimentichiamo che i fratelli, a prescindere da tutto, nascono con un diverso patrimonio genetico e quindi con un diverso temperamento. Avranno quindi gusti, inclinazioni, capacità diverse”.
Serena: “Dalle cose più banali alle cose più serie. Pensiamo ad esempio ai gusti in fatto di cibo, al modo in cui esprimono le loro emozioni, alla scelta del percorso di studi e potremmo continuare all’infinito nella lista. È importante rispettare queste differenze! Così com’è importante trattare ogni figlio come un essere speciale di cui avere cura senza fare confronti, ma accettandolo così com’è. Ma non è facile. Ogni figlio richiama in noi emozioni e reazioni diverse e non sono sempre positive e facilmente gestibili. A volte ci somigliano, a volte proprio non capiamo il loro linguaggio e più figli abbiamo più lingue dobbiamo comprendere”.
Camilla: “È importantissimo quello che tu dici: la famiglia è un sistema complesso, in cui convivono tante diversità, ma in cui, grazie all’ascolto e all’attenzione reciproca, queste diversità possono diventare punti di forza e dare vita al conosciutissimo motto: “L’unione fa la forza!”.
– Groucho: Allora, Signora Smith, hai dei figli?
– Signora: Si, tredici.
– Groucho: Tredici! Buon dio, non sono un po’ troppi?
– Signora: Vede, io amo mio marito.
– Groucho: Signora, anch’io amo il mio sigaro ma lo tolgo dalla bocca di tanto in tanto.