Serena: “Ciao Camilla, il tema dell’Empovaldo di questo mese è lo scherzo, inteso in senso positivo. Nella mia mente circolano ricordi di bambini che fanno espressioni strane, un po’ basite, in seguito ad affermazioni apparentemente scherzose degli adulti. Vediamo se mi aiuti a spiegare quello che voglio dire. Partiamo dallo scherzo in termini positivi. Come scherzi tu con le tue bambine?”.
Camilla: “Noi scherziamo inventando parole nuove con suoni strani oppure nascondendoci sotto le coperte e facendoci gli agguati, facendo facce ed espressioni buffe”.
Serena: “E loro ridono vero? Si divertono quando scherzi?”.
Camilla: “Non solo ridono, ma mi fanno gli scherzi a loro volta! Si alleano anche a questo scopo: la grande si nasconde, la piccina mi viene a chiamare e mi fanno “paura” e poi ridono come matte”.
Serena: “Sapete invece perché a volte vediamo i bambini adombrarsi, reagire senza ridere, cambiare gioco mentre stanno giocando con noi? Perché qualche adulto, a volte, non si accorge che non sta scherzando col bambino, ma sta attivando un altro tipo di comunicazione: quella derisoria”.
Camilla: “E’ proprio così, ci sono momenti in cui alcuni adulti usano l’ironia in un modo che umilia il bambino, non lo diverte. Lo scherzo è tale ed è divertente se adulto e bambino partecipano insieme, nel momento in cui invece è solo l’adulto che “si diverte”, in qualche modo, alle spalle del bambino… non è più uno scherzo, è derisione”.
Serena: “Volendo fare qualche esempio… pensate ad un bambino che sta disegnando e che orgoglioso del suo lavoro lo mostra all’adulto che gli risponde con un mezzo sorriso beffardo: “Bello sì… non ci si capisce nulla… c’abbiamo il prossimo Picasso!” e giù risate…
Camilla: “Eh sì, il tono della voce dell’adulto è quello dello scherzo e il bambino quindi non si sente in diritto di reagire arrabbiandosi, ma ci rimane male e dentro di lui brucia una piccola ferita”.
Serena: “La derisione è una forma di aggressività sottile e mascherata”.
Camilla: “E’ proprio così Serena, invece per i bambini è davvero importante che la comunicazione sia chiara, che il messaggio verbale e quello non verbale coincidano e che non ci siano messaggi nascosti”.
Serena: “Sarebbe bello se gli adulti riservassero solo agli adulti un certo tipo di ironia che ai bambini risulta incomprensibile e dannosa. E comunque diciamo la verità…. Anche a noi adulti dà fastidio quando per esempio a cena arriva la nonna e, davanti a nostro figlio, dopo aver assaggiato il ragù un po’ abbruciacchiato dice “Eh sai… La tua mamma di secondo lavoro fa lo chef, lo sapevi?”.
A noi di ped-a go go piace lo scherzo, ma quello vero!!! Che fa ridere a crepapelle!
Buone risate di pancia a tutti!