Serena: “Quando nasce un bimbo ci sono molti cambiamenti da affrontare e quasi subito ci rendiamo conto che i nostri figli attraversano delle fasi per crescere. Peccato che quando ci sembra di aver capito il meccanismo di una… BAM! Ne arriva un’altra a spiazzarci e metterci in crisi”.
Camilla: “Vero! Alcune fasi sono più rilassanti e divertenti, altre più stressanti, alcune più brevi, altre più lunghe… ognuno ha i suoi tempi! Quella dei “terribili due” è una di quelle che manda più in crisi i genitori!”.
Serena: “Non ricordarmelo! Ho una parola che mi rimbalza in testa: “NNNOOO!”, detto esattamente così, urlato e ripetuto continuamente. Opposizione forte e dura del mio bambino, degna di un ribelle rivoluzionario!”.
Camilla: “E’ difficile da gestire, ma è ciò che devono fare: affermare se stessi, differenziarsi dai genitori. Iniziano il cammino per definire la loro identità e per farlo devono opporsi e contrapporsi!”.
Serena: “Ricordo scene, che adesso mi fanno ridere, ma che all’epoca facevano arrivare me e mio marito alla sera “cotti”. Qualche ciak: bambino spalmato sul pavimento del supermercato perché vuole il lecca lecca alle 10 del mattino; bambino che in pieno inverno vuole uscire a maniche corte e scalzo e urla “io bene cotì”; bambino che in macchina, mentre gli metti la cintura, urla come un pazzo e ti fa pensare che qualcuno chiamerà il telefono azzurro. Potrei continuare, ma fermo il film dell’orrore”.
Camilla: “Ogni genitore potrebbe riempire un libro di aneddoti di questo genere. La prima cosa che mi viene in mente è che una sana consapevolezza di ciò che accade può aiutare. Intanto è importante capire che quel “no” ripetuto e reiterato non è un affronto al genitore o una mancanza di rispetto, ma un bisogno del bambino. Poi qualche strategia di sopravvivenza aiuta:
1) Dare al bambino delle alternative. Evitare domande come “Vuoi il gelato?”, ma porre la domanda così: “Per merenda preferisci il gelato o lo yogurt?”. Questo dà al bambino la possibilità di scegliere, ma lascia al genitore il controllo della situazione. In questo modo si evita di calarsi in un duello esasperante, che solitamente porta all’irrigidimento e a toni più elevati, dannosi per tutti”.
2) Far capire al bambino che ci sono alcune regole su cui non si può discutere, poche e ben chiare (ognuno può scegliere le sue, secondo le sue priorità!).
Su quelle non ponete una domanda al bambino. Evitate di chiedere al bambino: “Andiamo a nanna?”. Piuttosto dite: “E’ ora di dormire, andiamo a fare la nanna!”. E se oppone resistenza invitatelo a scegliere su altro come la storia o il peluche (o quant’altro) con cui vuole addormentarsi”.
Serena: “Infine aiuta ricordarsi che “è una fase” alla quale possiamo sopravvivere…ad un certo punto le cose iniziano ad andare diversamente. Ci vuole tanta pazienza, abbiamo sempre cercato di spiegargli perché certe cose, che lui chiedeva, fossero impossibili e altre volte invece gli abbiamo permesso cose folli, ma divertenti e buone per la nostra relazione (come fare la barba al papà o fare il pic nic in salotto!).
Camilla: “Il dialogo è fondamentale in questa fase, non è il gioco “a chi è più forte”! Parlate, parlate, parlate, anche se vi sembrano parole al vento… il vento è saggio: sa dove sta soffiando!”.