È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi”. Gianni Rodari
Quanto coraggio occorre per intraprendere un sentiero sconosciuto? Per uscire dalle strade battute e scegliere il proprio percorso? Me lo chiedo da qualche giorno. Da quando ho avuto modo di conoscere due realtà nuove, frutto della scelta di persone che hanno deciso di fare le cose difficili, come suggerisce Gianni Rodari.
“Il nostro progetto è una sfida che si fonda sul coraggio di contribuire al cambiamento di una società in cui non ci riconosciamo. Abbiamo iniziato con l’intento di fare qualcosa per i nostri figli, con il tempo ci siamo resi conto che stavamo agendo su noi stessi e anche su chi ci circonda. Proponiamo un modo diverso di vivere e intendere l’educazione”, a parlare è Giusi Brancati, presidente dell’Associazione Scuola in Natura.
Una realtà nata da alcuni anni che si fonda su di un approccio diverso all’educazione dei figli per poi interessare altri aspetti della vita delle famiglie: ritmi lenti, attenzione alla natura, valorizzazione della condivisione. Un’idea che si è concretizzata dando vita a un asilo in natura che ricalca il modello dell’homeschooling e che segue i principi del pedagogista Rudolf Steiner.
L’asilo Ciripì, inizialmente creato proprio in una abitazione di una delle famiglie dell’associazione, si è da poco trasferito in uno spazio nuovo, restaurato grazie al lavoro dei genitori e delle persone che sostengono e condividono il progetto. Gli spazi sono arredati in modo semplice, con mobili in legno, che all’occorrenza diventano giochi. I ritmi della scuola ricalcano quelli della famiglia, ai bambini vengono proposte attività artistiche che privilegiano la fantasia oppure che favoriscono il contatto con la natura. L’idea rivoluzionaria e coraggiosa portata avanti dall’associazione si concretizza anche in un rapporto diverso nei confronti del denaro.
“Fin dall’inizio abbiamo scelto di non stabilire una quota da pagare per frequentare l’asilo, ciascuno contribuisce come può. Abbiamo voluto creare qualcosa di diametralmente opposto agli istituti esclusivi; ci piace parlare del nostro progetto come di una scuola autogestita. Una logica che si è concretizzata anche nella realizzazione della nuova sede. Ciascun genitore ha messo a disposizione le proprie competenze e il proprio tempo per realizzare un piccolo sogno: educare i nostri figli senza modelli precostituiti affinché divengano adulti liberi di scegliere, senza condizionamento”, prosegue Giusi Brancati.
Un approccio grazie al quale l’associazione si è aperta alla comunità di Fucecchio e anche ai territori limitrofi, attraverso iniziative di vario genere: feste, convegni, percorsi di formazione.
Storia diversa, stesso coraggio. Quello di Sheila e Francesca, due giovani donne che si sono licenziate per inseguire il loro sogno: aprire una biblioteca, specializzata per bambini. È così che nel mese di aprile ha aperto Blume, dal tedesco “fiore”, un luogo dove respirare cultura libera, aperta e fruibile.
Insomma, che sia un asilo in natura o una libreria, queste storie raccontano che c’è chi ha il coraggio di fare scelte un po’ folli (forse) per inseguire i propri sogni e per provare a rendere il mondo un posto migliore, scegliendo di fare cose difficili.