Rita Levi Montalcini citava “Guarda la luce e l’ombra ti cadrà alle spalle”: questa frase introduce un concetto non molto considerato, ma ancora circondato da un alone di mistero.
La luce è l’elemento che ci permette di distinguere le forme, i colori e gli oggetti.
Esistono due tipi di luce, naturale (sole e luna) ed artificiale (creata dall’uomo); una delle differenze tra le due tipologie è che l’ombra che deriva dalla luce naturale cambia a seconda delle ore della giornata, delle condizioni atmosferiche e della stagione, mentre l’altra produce un’ombra fissa.
Restando in tema, giovedì 26 gennaio la Velostazione di Bologna inaugura l’installazione luminosa ad opera dell’artista Aleksandra Stratimirovic e della graphic designer Sandra Praun.
A monte, queste due artiste hanno effettuato uno studio espressivo realizzato sotto forma di libro: un racconto di luce ed ombra.
Per realizzare quest’opera le artiste si sono poste una domanda fondamentale “che cos’è la luce?”; hanno condiviso questo loro quesito con professionisti nel campo dell’arte, dell’architettura e del design.
Hanno poi riscontrato, inevitabilmente, differenti risposte ottenute da interlocutori diversi. Pensieri poetici, ricordi, definizioni e storie personali prendono largo nei 109 testi raggruppati nel libro “YOU SAY LIGHT, I THINK SHADOW”.
Il testo ha ricevuto riconoscimenti in numerose competizioni in ambito artistico a livello europeo: un esempio possono essere Red Dot Communication Design Award e German Design Award. È stato inoltre presentato in diverse esposizioni in tutta Europa, fra cui Slovenia, Svezia, Serbia e Germania.
La mostra vista da noi
All’ingresso della Velostazione di Bologna si rimane subito stupiti dal luogo particolare e rustico che la città offre.
Oltre all’enorme quantità di biciclette presenti nello stabile, la mostra delle due artiste svedesi fa rimanere il pubblico molto affascinato.
All’entrata della galleria si ammira subito, grazie ad un gioco di luci semplice ma efficace, il titolo del loro libro “You say light, I think shadow” che viene proiettato contro alla parete di mattoni.
Proseguendo con il percorso, i giochi di luce ci accompagnano: in particolare, ci sono tre punti di vista che saltano all’occhio.
Il primo riflette sul muro diverse parole mescolate tra loro, il secondo invece riporta ancora scritte realizzate con font differenti e il terzo viene proiettato sul pavimento e riporta la scritta “shadow”.
Successivamente ci si imbatte in due grandi tavoli che riportano gli articoli principali del libro che non passano inosservati.
Altro punto di interesse è il libro messo a completa disposizione dei visitatori che, serenamente e comodamente seduti su una poltrona realizzata da pneumatici, può essere sfogliato per coglierne l’essenza.
Ed ora, illuminatevi dell’immensità di questa installazione!
Articolo di Erika Persici e Sara Galvan