Sergio Algozzino, fumettista e musicista coetaneo e conterraneo, ha pubblicato la scorsa primavera per la collana Prospero’s Books di Tunuè “Storie di un’attesa”, un titolo che sembra fatto apposta per noi dell’Empovaldo che proprio all’attesa dedichiamo il numero di dicembre.
Algozzino racconta in tre storie fra l’ottocento e gli anni ’90, solo apparentemente distanti tra loro, il tempo sospeso dell’attesa, quando il presente è vissuto in funzione del futuro e dei desideri, delle aspettative, dei dubbi e incertezze che proiettiamo su un evento, un viaggio, una partita a scacchi per corrispondenza o una ragazza che tarda ad arrivare all’appuntamento. E fra le pagine fatte di tavole bellissime si attende un caffè o in mezzo al traffico e ci si domanda se “il nostro modo di rapportarci a una semplice attesa” è cambiato nel tempo. Se è solo quello che facciamo mentre aspettiamo ad esser cambiato o se lo siamo un po’ anche noi.
Tutte da leggere queste 144 pagine ambientate in una Palermo che riconosco davvero come casa, colori e malinconie comprese (che nostalgia!), ed è vero quello che dice lui, l’autore concittadino: “per noi palermitani è sempre stata una perenne sospensione da una dominazione all’altra. Forse è per questo che stiamo ad aspettare che le cose si risolvano da sole o che sopraggiunga una specie di intervento divino” e, comunque, come diceva Pavese “aspettare era un’occupazione. È non aspettar niente che è terribile”.
1 commento
ti ringrazio molto 🙂 e ti auguro buon anno