Nascere è il nostro primo vero esame. Da quel giorno in poi ha inizio una sequela infinita d’esami.
Il primo vagito, la prima poppata, la prima parola, i primi passi. E poi l’asilo e il saggio di fine anno, la scuola elementare e l’esame di 5ª, le medie e relativo esame di 3ª, le superiori e la maturità, l’università e tutti i suoi esami uno via l’altro fino alla tesi di laurea. Per non parlare della scuola di musica e i concerti/esami di fine corso, dello sport e le gare/partite del fine settimana, del primo bacio.
Insomma una prova continua da affrontare e da superare. Certo, alcune delle sopra citate prove sono sicuramente più facili e istintive, per tutti – o quasi – vissute in maniera naturale, come le naturali fasi della crescita, altre decisamente più ansiogene e provanti dal punto di vista emotivo. Certo è che, anche se non ce ne rendiamo conto, e forse molti non saranno d’accordo, una vita senza esami, o meglio senza prove da superare, sarebbe una vita piatta e con poche emozioni. Una vita, per dirla in gergo calcistico, giocata in rimessa anziché in attacco. Rimettersi in gioco ogni volta con nuove sfide e nuovi esami da superare è un modo per rimettere in circolo le energie, darsi una scossa, una salutare botta di adrenalina che fa bene allo spirito. Significa avere coraggio e cercare ogni volta di raggiungere nuovi obiettivi, di alzare l’asticella sempre più in alto, osare.
Ecco, per noi gli esami sono tutto questo. Non qualcosa di preoccupante e drammatico, ma qualcosa di stimolante e produttivo. Ne abbiamo parlato in questo numero di giugno de l’Empovaldo – considerato il mese per eccellenza degli esami – cercando di fornire diverse interpretazioni e chiavi di lettura su questo tema nei più svariati settori: scienza, psicologia, cucina, poesia, cultura, etc.
Ti va di raccontarci l’esame più importante della tua vita?
Scrivici a: redazione@empovaldo.it lo pubblicheremo su La posta del mulo.
La copertina di “Esami” è realizzata dall’illustratrice Chiara Ponzecchi.