Relax ovvero “svacco”. Il caldo aiuta a immaginarsi mollemente adagiati come Paolina Bonaparte su un masterpiece del design: la greppina, la cislonga come si diceva in toscana, meglio nota come chaise longue. Sinuoso divanetto asimmetrico dedicato al relax fin dai tempi dei romani che lo hanno importato nella penisola dalla tradizione greca dell’“ozio produttivo”.
Tempi bui l’hanno fatta passare in secondo piano per rispuntare trionfalmente nella Francia dei lussi e delle brioches, quando si presentava riccioluta, dorata, rivestita e abbottonata di stoffe preziose ed eccessive… per tacere poi di cosa possono aver udito quelle poltroncine!
Si è mantenuta come arredo futile da salotto bene fino alla prima sostanziale evoluzione di inizio secolo quando è uscita di casa e ha preso il mare trasformandosi in resistente oggetto da esterni, pieghevole, su cui sedersi con un brandy in una mano a fumare raffinate sigarette con il bocchino, stringendo il bavero e guardando il mare con lo sguardo fisso all’orizzonte di una lunga traversata. Erano le sdraio dei ponti nobili dei transatlantici, in legno e paglia di Vienna, e agevolavano il viaggio dei signori. Terminata l’epoca delle migrazioni atlantiche, la chaise longue è sopravvissuta, persino a epici naufragi, per approdare sulle nostre coste: quelle gloriose poltroncine in legno sono le nonne ricche della più prosaica e intramontabile sdraio da spiaggia di rigata tela spessa.
Nell’epoca moderna e contemporanea importanti designer hanno affrontato il tema declinandolo nelle forme, materiali, strutture più svariate dando luogo a oggetti iconici, strepitosi prototipi e anche esperimenti azzardati, tutti di innegabile fascino.
La sua natura di oggetto non indispensabile e dedicato ad un’attività leggera e contemporaneamente importantissima come il riposo, concede al designer ampio spazio alla creatività e all’interpretazione. La riconoscibilità dell’archetipo e l’immediata associazione alla funzione, alla sensazione fisica di rilassamento, quasi percependolo, e l’innegabile futilità lo hanno reso un oggetto che “vanta innumerevoli tentativi di imitazione” (cit.) e trovarne una versione cheap nel catalogo dell’Ikea, diffusissima e collocata random nei più svariati ambienti, dà la misura di quanto la chaise longue abbia permeato l’immaginario collettivo.
Tu non hai bisogno della chaise longue, tu la desideri! Basta vederla ed è già… relax!