Giorgio Piero Seurat, nato nel 1859 è stato un pittore puntinista per la maggior parte empolese. A lui fu dedicata la famosa canzone “Que Seurat, Seurat”.
L’opera raffigurata qui sopra s’intitola “I bagnanti di Empoli” e rappresenta dei giovani che si godono una tipica giornata di riposo al parco di Serravalle, sulla riva del laghetto.
Parte della giornata è il viaggio: organizzarsi, chiamare gli amici umani, gli amici animali, ricordarsi la copertina per non inumidirsi le chiappe, la merendina, la bottiglia d’acqua, il passeggino per la figliolanza (chi ce l’ha) ma alla fine scorgi il parco e puoi finalmente goderti la pace rilassandoti con le classiche “occupazioni” del caso. Rincorrere nane, cavalli e asinelli, il richiamo e la caccia alla nutria a mani nude, la caccia della Farda coi cani – la più conosciuta dai maschi single che se ne vanno a passeggiare con il proprio amico a quattro zampe sapendo che la ragazza (più impunemente chiamata farda) viene attirata dallo sguardo coccoloso dell’animale e presto intrappolata nelle grinfie del ragazzo.
I più temerari osano perfino immergere le gambe nell’acqua sfidandosi a chi contrae per ultimo la setticemia, una scena, che il pittore ha deciso d’immortalare al centro dell’opera per l’estremo pathos che genera nello spettatore.
Infine il lancio della tartaruga volante, il più amato da tutti, grandi, piccini, ma soprattutto gli animalisti.
Per chi non lo conoscesse le regole sono queste: si lascia un dito come esca nell’acqua e lo si fa azzannare dalla tartaruga prescelta, essa resterà attaccata, la si fa roteare svariate volte sulla testa per darle il giusto slancio e poi uiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!